Tratto dal Resto del Carlino 17/02/2003



NOVELLARA - Ma il Nomadincontro ci sarà ancora tra cento anni? «Certo che ci sarà. E si ricorderà la figura di Beppe...», risponde lo stesso Beppe Carletti, forse con qualche pensiero scaramantico. E Red Ronnie: «Credo che, se una festa dedicata ad Augusto Daolio è proseguita fino ad ora, ad oltre dieci anni dalla sua morte, andrà avanti ancora, con il popolo dei Nomadi che è davvero in continuo crescendo...».
E' stato ancora una volta un successo il Nomadincontro di Novellara, che ieri pomeriggio, appena prima dell'atteso concerto bis (il primo si era svolto la sera prima, fino a notte), ha visto sul palco personaggi noti come Dodi Battaglia dei Pooh, il flautista Andrea Griminelli, rappresentanti di associazioni umanitarie, giovani gruppi e cantanti emergenti, la Cb Band (con un repertorio dei Nomadi), la bella Manuela Maletta (la Lisa della soap opera Vivere), Tara Gandhi con il suo messaggio di pace e, solo in serata, Fabrizio Frizzi, atteso con impazienza dagli organizzatori.
Proprio Frizzi, insieme ai Pooh, ha ricevuto il Tributo ad Augusto, assegnato ogni anno a personaggi impegnati per associazioni umanitarie. A Rock no war ed al gruppo per la donazione del midollo osseo sono stati consegnati assegni da mille euro, come contributo alla loro benefica attività.
Diversi i banchetti attivi al palatenda: libri, gadget dei Nomadi, la bandiera della pace, ma anche le foto-flash della festa nello stand di Bucaria.
Scatta l'applauso quando si nomina la parola «pace».
Il popolo dei Nomadi non ha età: tutti cantano e vogliono essere protagonisti. Arrivano da ogni parte d'Italia, qualcuno anche dall'estero.
Non si contano i camper ed i pullman giunti a Novellara fra sabato e ieri. Una pausa di riflessione nella mattinata, quando a Tara Gandhi, nipote di uno dei simboli mondiali della pace, l'Amministrazione comunale novellarese ha assegnato la cittadinanza onoraria. E da mercoledì prossimo saranno pronte le prime trecentocinquanta magliette della pace che gli studenti novellaresi potranno indossare, diventando un po' delle «bandiere viventi».

di Antonio Lecci

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