Beppe Carletti raccomnta la storia dei Nomadi
E’ Beppe Carletti che racconta la storia discografica dei Nomadi:
“Nel 1965 esce il primo disco, “Donna la prima donna”. Poi andiamo al Cantagiro 1966 con “Come potete giudicar” e parte la storia dei Nomadi. Guccini ci fa ascoltare “Dio è morto”, “Per fare un uomo”, “Canzone per un’amica”. Mentre registriamo “Noi non ci saremo” arrivano Mogol e Battisti. Ci fanno sentire "Non è Francesca" e altre cose. Mogol dice: "O fate quello che fa lui o fate quello che state facendo adesso con Guccini". Ci guardiamo un attimo in faccia e continuiamo con Francesco. ”
Grazie a queste canzoni particolari, i Nomadi si distinguono. Sono amati dagli intellettuali e persino Federico Fellini li contatta per inserirli in un progetto cinematografico. Purtroppo non se ne fa nulla. Nel 1967 esce “Dio è morto” ed è scandalo. Solo la Radio Vaticana la trasmette.
“Siamo sotto la mannaia della censura – conferma Beppe Carletti - Qualsiasi canzone esca dei Nomadi è esaminata con la lente, per vedere se c’è una virgola messa male. Poi esplode il movimento Flower Power. Facciamo “Un figlio dei fiori non pensa al domani”. Solo Renzo Arbore ce la trasmette. Cominciano i primi problemi e la EMI dice: “O cambiate o non si va più in televisione e non si vendono più dischi”. Cambiamo: “Un pugno di sabbia”, 4° al Disco per l’Estate, grande successo. E da lì una sequenza di canzoni importanti per i Nomadi: “So che mi perdonerai”, “Io vagabondo”, “Un giorno insieme”, “Tutto a posto”, etc. Ad un certo punto abbiamo detto stop. Era il ’75: “Adesso non facciamo più 45 giri, ma solo LP”. Incidiamo “Noi ci saremo”, un disco importantissimo per la nostra storia. Nel ’77 già cantiamo l’albero e la foresta. Nel ’79 coroniamo l’unione con Guccini registrando con lui “Album concerto”. Nel 1981 cambiamo casa discografica e facciamo “Sempre Nomadi”, un misto live con qualche canzone inedita. Poi, dopo “Ancora una volta con sentimento”, la casa discografica ci dice: “Basta, non vi vogliamo più.” Ci dicono anche che siamo di sinistra e degli estremisti. Dopo 3 anni ci produciamo “Ci penserà il computer” e vendiamo 15.000 copie senza promozione. Da lì seguono altri dischi fino al 1989, anno della scissione del gruppo in due tronconi. L’arbitro delegato dal giudice ci dice: “Carletti, mettetevi d’accordo altrimenti non ricominciate a suonare”. Allora offro una cifra che gli altri due accettano e ripartiamo con Daniele e Cico. Viene a sentirci la CGD e praticamente facciamo un provino dopo quasi 30 anni che suoniamo. Riparte una nuova carriera: “Solo Nomadi” e “Gente come noi”. Nel gennaio 1992 sappiamo della malattia di Augusto e a maggio muore Dante, il bassista, in un incidente. Mi arrabbio col destino e mi dico che bisogna andare avanti. Anche i fans insistono perché continuiamo insieme. Arriva Elisa e, dopo la morte di Augusto, Francesco e Danilo. Facciamo quattro anni belli, poi Elisa e Francesco cedono. Entrano Massimo e Sergio e, nel 2002, i Nomadi sono 1° in classifica con “Amore che prendi amore che dai”. Non era mai successo.”
Nel doppio CD “40 anni di storia”, appena uscito, i Nomadi hanno registrato i loro maggiori successi e qualche inedito. L’album sta avendo un enorme successo. E’ arrivato 2° in classifica. E’ stata anche la prima volta che Danilo ha registrato le canzoni una volta cantate da Augusto. E tutti hanno apprezzato queste nuove versioni.
“Questo è il più grande complimento che si poteva fare – dice Danilo - Perché è irrilevante che una canzone sia cantata meglio o peggio. Una canzone è una pittura, è Zen puro, è come un Mandala. Lo Zen si adatta molto bene alla musica e anche ai Nomadi, perché noi ci rendiamo conto che la fama non ha nessun valore. I soldi hanno valore solo quando ti permettono di sopravvivere in modo dignitoso, senza rubare, senza mentire. Il surplus è irrilevante. E’ irrilevante se la canzone è cantata meglio o peggio. E’ molto rilevante se ti dà emozioni.”
(versione integrale)