Nomadi, trionfo garantito
Carletti: «Chi ha detto che i trentini sono freddi?»
A LASINO Oltre duemila sotto il tendone
di Vito Golfrè
LASINO. «Non immaginavo fosse così bello». Questo è l'unico commento di una bella ragazza bruna che per la prima volta ha seguito un concerto dei Nomadi. Del resto come dubitare? I Nomadi, 40 anni e non li dimostrano, domenica sera a Lasino hanno spopolato e, nonostante che sotto il teatro tenda dove si è consumata la magia facesse un caldo infernale, il popolo nomade composto da oltre 2000 persone ha resistito ballando, saltando e cantando per tutte le tre ore del concerto; dentro e fuori il tendone. «Io direi che è un folle popolo nomade - precisa Cico Falzone, chitarra solista del gruppo - che ci segue ovunque, anche affrontando distanze non indifferenti. Questa sera erano davvero in tanti e li abbiamo sentiti tutti, uno per uno. Questo capita spesso, ma qui in Trentino con particolare affetto».
Come sempre, anche domenica sono arrivati sul palcoscenico numerosissimi messaggi e regali per la band più amata e che più ama: i Nomadi, ricordiamolo, oltre a tener compagnia con tantissima ottima musica, aiutano i bambini che hanno bisogno di materiale per la scuola e i popoli che vengono ancora definiti "del terzo mondo". Un sorriso, loro lo hanno per tutti e prima del concerto lo hanno avuto anche per i gruppi partecipanti alla "Forza Band", la rassegna musicale organizzata proprio a Lasino dal consorzio "C5", la Pro Loco di Lasino e la Pro loco della Valle dei laghi, premiandoli. Poi, alle 21.30, tutta la formazione è salita sul palco e il teatro tenda ha rischiato il crollo. Da quel momento non c'era più il caldo, non c'era più tanta gente da non starci tutta, non c'era più nulla eccetto loro. E i trentini hanno dimostrato ancora una volta di non essere freddi. «Assolutamente - sorride Beppe Carletti, tastiere e creatore della band - i trentini non solo non sono freddi, ma al contrario dimostrano ogni volta di essere caldi e socievoli. Non lo fanno solo con noi perché siamo i Nomadi, ma lo vediamo fare anche camminando per strada o parlando con le persone. Qui c'è genuinità e calore».
Beppe e compagni lo sanno bene. «Bè, sai come si dice - spiega Beppe - grande pubblico, buon artista (ride). No scherzo, è che noi in questa regione ci veniamo dal 1965 quando a Levico suonammo per due mesi in alcuni locali. Da lì partì la storia dei Nomadi come la si conosce oggi. Dopo quei due mesi abbiamo girato un po' per alcune piazze in Italia e poi siamo tornati un'altra settimana intera. Sai - prosegue - siamo nati nel 1963, ma fino a quei due mesi di Levico, per noi è stata gavetta e grazie al Trentino siamo riusciti a chiudere la porta dell'anonimato e aprire il portone che ci ha permesso di essere quello che abbiamo sempre desiderato».
Trent'anni insieme poi, nel '92 la scomparsa di Augusto Daolio, voce e indiscusso leader della band emiliana, preceduta dalla tragica morte di Dante Pergreffi, il bassista morto in un incidente stradale nel ritorno a casa dopo un concerto. «Il 1992 - confessa Beppe - è stato un brutto anno e ho pensato seriamente di non andare più avanti. Poi gli amici e i sostenitori ci hanno aiutato a superare il momento e continuano a starci accanto».
Altri dieci anni che hanno visto crescere ulteriormente il popolo nomade.
«E' vero - conferma Beppe - e questo non può che far piacere. Domenica sera ho visto intere generazioni cantare e intonare le nostre canzoni e questo riempie i cuori. Torno a pensare ad Augusto e scopro che dietro tutto c'è ancora lui e la sua forza è dentro ognuno di noi. Il gruppo è compatto e siamo affiatatissimi, non solo come musicisti, ma soprattutto come uomini. Questo è importante e credo che sia l'unico nostro segreto. Non abbiamo altro che la nostra semplicità e genuinità che poi è quella che desideriamo e riscontriamo nel nostro pubblico. I Nomadi sono un mezzo per portare umanità e solidarietà nel mondo, grazie anche all'aiuto nella raccolta di materiale dovuta proprio al popolo nomade».
Quest'ultima formazione, in soli tre album inediti e la recentissima raccolta di successi, è subito entrata nel cuore dei fans club disseminati sul tutto il territorio nazionale, ma in 40 anni sono stati tanti i musicisti Nomadi, almeno una ventina.
In attesa che tornino nella nostra regione a metà luglio, a Borgo Valsugana, ci si può informare del loro tour sul sito www.nomadi.it.